Ciao Alessio

By King Of Bagher, 11 Ottobre, 2007

E' passato qualche giorno dal funerale, mi sono serviti per ammortizzare "la botta", ed ora mi sento di scrivere un pensiero per lui. Alessio Danese era un mio "coscritto", abbiamo frequentato le medie nella stessa classe e li ho imparato a conoscerlo (in prima media anno 1983, mi ero appena trasferito da Torino a Montecchia). A quei tempi era colui che ci faceva vincere le partite di calcio nelle sfide con le altre classi delle medie, è sempre stato + "grande e grosso" di noi, e seppur io non sono mai stato fra i piccoletti, con lui a fianco mi sentivo mingherlino. Finite le medie ci si vedeva molto meno dato che eravamo di 2 "compagnie" diverse e frequentavamo scuole superiori diverse. Ultimamente ci si vedeva solo + per i "raduni" della festa dei coscritti, lui c'era sempre anche se negli ultimi anni si era trasferito sul lago di Garda. La notizia della sua scomparsa è stata una mazzata, anche perchè ricordo la festa dei coscritti che seguì la nascita di Ilaria, parlammo di lei e della sua Azzurra di poco + "vecchia" di Ilaria. Ecco proprio questo pensiero oggi mi riempie il cuore di dolore, pensare che non potrà più vedere sua figlia (e lei lui) mi fa una rabbia impressionante, forse perchè essendo padre provo a immedesimarmi nella stessa condizione. E' morto in seguito ad un incidente assurdo per la dinamica che ha avuto, in moto spesso si fa "il matto", magari si esagera e l'avrà fatto qualche volta anche lui, ma morire così, in un pomeriggio di sereno, mentre segui con la moto,la macchina guidata dalla tua compagna e con sopra tua figlia ..... bhè, rimane inspiegabile. concludo dicendo che Alessio rimarra nei cuori di tanta gente per la sua disponibilità e generosità.
Ciao Alessio

PS Riporto, per chi ha voglia di leggerseli gli articoli apparsi sull'Arena e che riportano i fatti.
PS2 Nel secondo articolo mi sono permesso di sottolineare le parti che + mi hanno toccato e fatto piangere leggendolo.

domenica 07 ottobre 2007 provincia pag. 39

LA TRAGEDIA DI PACENGO. Domani i funerali di Alessio Danese, il motociclista di 35 anni morto in un incidente: il rito a Montecchia, poi la salma sarà riportata sul lago

«Gli ho tenuto la mano
fino all’ultimo respiro»

di Giuditta Bolognesi
A fine mese avrebbero festeggiato i sei anni di vita insieme. Dal momento in cui si erano conosciuti e sino all'ultimo respiro di lui: Alessio Danese, 35 anni, il giovane fisioterapista che venerdì pomeriggio ha perso la vita uscendo di strada con la sua Harley Davidson. A tenergli la mano, fino all'ultimo, è stata lei: Sabrina, la compagna della vita, mamma della loro piccola Azzurra.
Insieme avevano lasciato Pacengo diretti nella casa di famiglia di lei di Pastrengo: la due ruote sarebbe stata messa nel garage, a riposo per l’inverno. Alessio aveva pulito e lucidato a puntino la sua «Harley». L'aveva fatta salutare anche ad Azzurra, con la quale aveva fatto un giro nella corte di casa. Poi con Sabrina sono partiti: lui in moto e lei, davanti, sull'auto con cui dovevano tornare a casa.
Pochi chilometri, strade conosciute e secondarie rispetto alla caotica viabilità gardesana. Lì l’agguato del destino. Prima del cavalcavia Alessio saluta col rombo della moto Sabrina, lei ricambia col clacson. Una prima curva, la seconda che scende. Ma Alessio non è più nello specchietto retrovisore e, dietro, esplode un rumore forte e sordo. «Ho pensato "no, non è possibile..." Ho fatto retromarcia sono corsa subito… lui era già a terra. Ho cercato di parlargli, di soccorrerlo ma vedevo che perdeva tanto sangue». Il racconto è lucido, come gli occhi che si bagnano quando il pensiero torna a quell'ultima immagine.
«Un automobilista che era dietro e un ciclista si sono fermati e hanno chiamato i soccorsi. Alessio era ricurvo su un fianco. Mi hanno detto di non muoverlo. E allora gli ho preso la mano e l'ho tenuta sino a quando ho potuto».
Lo sguardo e il sorriso di Sabrina si accendono quando parla dell'uomo da cui dice «ho imparato tanto. Era solare, positivo, vitale; viveva profondamente i valori della famiglia. Guai a non essere tutti presenti nelle ricorrenze. Era così contento: a luglio aveva finito gli esami per diventare massofisioterapista e da quest'anno allenava la squadra calcistica juniores di Castelnuovo. Vicino a casa, così alle 8 di sera poteva rientrare e godersi la sua Azzurra».
A Sandrà il telefono di casa Pietropoli e i cellulari dei suoi componenti continuano a squillare. Da Montecchia di Crosara, dove Danese era nato, sono arrivati un gruppo di amici che si sono raccolti qui, in attesa di «salutare» la salma di Alessio che dopo i rilievi ora è nella cella mortuaria del cimitero di Colà. Da venerdì sono a Sandrà anche Rosetta e Giovanni Danese, i genitori del giovane, con la sorella Laura. Anche il paese di origine di Alessio è stato molto colpito. Lunedì, alle 14.30, i funerali saranno celebrati proprio a Montecchia; il feretro partirà poi per Pacengo dove Alessio sarà sepolto. «Per stare vicino alla figlia e a Sabrina», dice commosso il papà di lei.
«Non so. Non mi sembra vero. So solo che devo essere forte. Per Azzurra»: è quasi un sussurro la voce della giovane donna il cui pensiero viaggia continuamente attraverso i ricordi. «È indescrivibile. Una morte così…non dà il tempo di dire o fare niente. Un momento prima eravamo insieme e dopo un attimo non ci sei più. Come si può?». La mano va al petto, al macigno che sovrasta il cuore. Un peso alleviato solo dall'essere stata «con lui, al suo fianco sino all'ultimo».

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martedì 09 ottobre 2007 provincia pag. 33

PACENGO. Le esequie celebrate a Montecchia, paese di origine del giovane morto venerdì in un incidente con la moto. Poi la cerimonia nell’agriturismo «Ca del Sol»

Il dolore e la speranza
nell’addio ad Alessio
di Giuditta Bolognesi
Fiori bianchi, candele e candido tulle: Cà del sol, ieri, si è vestita a festa, pure nel dolore, per accogliere Alessio Danese, che in questo agriturismo tra i vigneti del Garda viveva con la compagna Sabrina e la figlioletta Azzurra. È stata proprio Sabrina a volere così: l’auto che trasportava il feretro di Alessio, morto venerdì pomeriggio in un inciedente stradale (assurdo come pochi, se ve ne fossero di «logici») doveva essere l’unica a percorrere il vialetto più a destra e dopo il suo passaggio sarebbe stata tirata la catena. Proprio come si fa per i matrimoni.
Perché ieri, Cà del sol, ha accolto lo sposo così tanto amato, il compagno di una vita, l’uomo che nel cuore era già il marito, anche se non ancora sancito dai riti ufficiali. E lei, Sabrina, come una sposa, lo ha accompagnato verso l’ultima dimora terrena vestita come in una giornata di festa: camicetta bianca e jeans e in braccio Azzurra, che saluta a voce alta il «papy Ale» mentre la cassa viene tumulata nel cimitero di Pacengo. Una cerimonia particolare, illuminata dal sole che ancora è alto nel cielo e non solo da quello. Sono in tanti a voler salutare Alessio e la sua compagna. Prima nella chiesa di Montecchia di Crosara, paese di origine di Alessio dove è stato celebrato il funerale, e poi Cà del sol, dove viveva ormai da qualche anno con la sua seconda famiglia, si sono riempite di persone di tutte le età e provenienti da molti luoghi di Verona e della sua provincia e non solo.
A Pacengo le prime persone hanno iniziato ad arrivare verso le quattro del pomeriggio. C'è stato bisogno di tutto lo spazio a disposizione, anche oltre i parcheggi, per ospitare tutte le auto. Alle 17 l'arrivo del feretro. Sull'auto anche don Ezio Falavegna, parroco di Pacengo, che ha ricordato la generosità di Alessio.
«Nella realtà della storia umana c'è un senso che va oltre e che possiamo sentire se, come Alessio, farete dono della vostra vita. Ogni momento, ogni piccolo gesto compiuto verso gli altri diventa un frammento di eternità che si condensa sulla nostra vita».
Poi la lettura dal Vangelo della resurrezione di Lazzaro e la partenza del corteo che a piedi ha percorso le poche centinaia di metri che separano Cà del sol dal cimitero di Pacengo. Qui don Ezio ha ringraziato, a nome dei familiari, quanti sono stati loro vicini in questi giorni tragici e ha sottolineato il valore della «continuità dell’affetto che permetterà a anche a noi di vivere la nuova vita di Alessio».
Dopo la benedizione, un lungo applauso che ha unito tutti i presenti in un unico corale saluto al giovane motociclista. E solo allora, nello spingere insieme, ma forse più degli uomini delle pompe funebri, il feretro verso la sua destinazione Sabrina cede a un momento di commozione visibile. Solo un attimo.
Poi ci sono le piccole mani di Azzurra che si allungano. La bimba viene presa in braccio dalla sua mamma in modo che possa posare sul cofano di «papy» la gerbera bianca e la rosa gialla. Una testimonianza di forza e dignità che colpisce tutti.
«Quando oggi ho sentito il celebrante parlare di amore eterno mi si è aperto uno squarcio. Non so. Sto aspettando un segno, dei segnali credo», dice Sabrina prima di rientrare a Cà del sol. E dopo una pausa aggiunge: «Ma forse quello che è successo oggi è già una risposta: una festa così l’ha potuta organizzare solo Alessio. Chi altri se no?»

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martedì 09 ottobre 2007 provincia pag. 33

«Avete ricevuto e dato
grazie da parte sua»
Venerdì pomeriggio hanno lavorato sul campo senza l’allenatore: Alessio Danese non li aveva raggiunti ma i ragazzi della squadra «Giovanissimi 1993» del Castelnuovosandrà hanno effettuato l’allenamento con i collaboratori del team.
Difficile immaginare che a sei mesi di distanza li attendesse un nuovo, grande dolore. Danese, infatti, aveva preso le redini della squadra al posto di Marco Paroni: il giovane di Valeggio che aveva perso la vita in un incidente nel marzo scorso.
Con la sua sensibilità ed esperienza aveva conquistato la stima e l’affetto e dei ragazzi e restituito loro l’entusiasmo. Un entusiasmo che venerdì pomeriggio è crollato, sotto un altro duro colpo: alla notizia della nuova tragedia molti borsoni sono volati, e ingoiando lacrime e rabbia in tanti hanno gridato di non voler più giocare.
E ieri, dopo la cerimonia funebre, sulle scale della chiesa di Montecchia, a questi «giovani uomini», amici del suo Alessio si è rivolta Sabrina, la compagna. Un messaggio sereno, «positivo» come dev’essere lo sport per chi lo pratica. Un addio, senza essere tale.
«Alessio vi ha dedicato molto tempo, per la passione per questo sport e per l’amore che provava nello stare insieme a voi. Col suo esempio e la determinazione vi voleva trasmettere il valore della lealtà, onestà e correttezza, nei quali lui credeva molto, perchè vi aiutassero ad affrontare serenamente le difficoltà della vita. Vi ha donato molto amore, che voi avete contraccambiato. Un grazie da Alessio». G.B.

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King Of Bagher

16 anni 6 mesi fa

lovaz ha scritto:
Chi non ha un amico morto o ferito permanente in moto? Ti sono solidale!
align="center"> Adesso ne ho uno anch'io, fino ad oggi ero stato fortunato. PS Giusto per scaramanzia ho iniziato 15 giorni fa la scuola guida per prendere la patente A ........ mi sto toccando, comunque non divaghiamo, ci tengo che questo 3d non parli di argomenti correlati e non vada OT come spesso succede.

lovaz

16 anni 6 mesi fa

Quanto ci sarebbe da dire sulle moto... farei una nuova discussione se non fosse che il momento non è propizio per te.